SULLE TRACCE DEGLI ETRUSCHI - 1a PARTE - DA COMACCHIO (Spina) A MARZABOTTO (Kainua)

Il percorso della prima parte della ciclovia sulle tracce degli Etruschi, Comacchio/Spina - Marzabotto/Kainua, è stato progettato sia come itinerario ciclistico, tenendo conto delle esigenze tecniche ad esso collegate (chilometraggio delle tappe, percorsi non trafficati, localizzazione musei ed alberghi, ecc.), sia come itinerario culturale. Grazie alle letture effettuate e soprattutto alla consulenza di esperti del settore, si è cercato di inquadrarlo, per quanto possibile, dal punto di vista storico/archeologico e, quindi, di individuare l’itinerario che maggiormente ricalca quella che si ipotizza essere la direttrice di traffico, la via di comunicazione, che “più probabilmente” è stata utilizzata in periodo etrusco negli scambi tra Spina e Marzabotto.

A tale scopo bisogna considerare che l'espansione etrusca nella pianura padana, dopo una prima colonizzazione intorno al IX secolo a.C. (civiltà Villanoviana), ebbe il periodo di maggiore fioritura intorno alla metà del VI sec a.C. (550 a.C.) con la penetrazione di nuovi gruppi dall’Etruria Tirrenica per scopi prettamente commerciali: perso il predominio nel Mar Tirreno a favore dei greci e dei cartaginesi, gli etruschi si rivolgono al Mare Adriatico per mantenere il controllo dei commerci tra l’area mediterranea orientale/greca e quella del nord Europa e baltica.

In tale contesto la pianura padana (Etruria Padana) diviene l’area di controllo e di snodo tra le diverse zone geografiche interessate assumendo un ruolo strategico all'interno di un sistema commerciale e viario complesso ed articolato, basato su una rete di centri empori.

Vennero infatti potenziate e valorizzate le vie commerciali di scambio con i mercati transalpini, baltici, greci e dell'Etruria Tirrenica e fondate città strettamente legate tra di loro: Adria, Spina, Marzabotto, Mantova e Forcello, che avevano il loro fulcro in Felsina.

Spina era la porta sull’oriente greco, Marzabotto/Kainua il punto di transito e collegamento con l’Etruria Tirrenica e Felsina il centro di questo sistema di scambi, capitale dell’Etruria Padana.

Alle relazione economiche si affiancarono gli scambi ed osmosi culturali tra i vari popoli coinvolti, si diffusero culture nuove, soprattutto quella greca, che influenzò l’organizzazione, i costumi ed i gusti delle città etrusche sorte nell’Etruria Padana.

Le vie di comunicazione usate prevalentemente erano le vie marittime e fluviali, su cui transitavano e venivano scambiate merci provenienti e destinate alle aree sopra dette; in particolare, il Po di Spinete (o Padoavetere) su cui venne fondata Spina, che collegava la pianura padana al Mare Adriatico, ed il Reno, arteria di comunicazione con l’Etruria Tirrenica, a presidio della quale venne fondata Kainua, che a sua volta si raccordava con il corso del Po.

A tali direttrici si è fatto riferimento per individuare il percorso della prima parte della ciclovia, cercando, per quanto possibile, di ricalcare i tragitti antichi dei due fiumi, tragitti che attualmente corrispondono in gran parte, per il Po di Spinete alla provinciale Comacchio-Ferrara (Ostellato, Gambulaga, Voghenza, Ferrara) e per il Reno alla statale Porrettana, che collega Ferrara alla Valle del Reno.

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La prima parte della Ciclovia si svolge in pianura, su piste ciclabili e strade asfaltate secondarie a bassa intensità di traffico ed è priva di difficoltà tecniche. Si tratta di un’escursione itinerante di 3 giorni, adatta a persone mediamente allenate, che si può effettuare con bici da cicloturismo, e-bike, gravel ed Mtb anche con borse laterali.

Il percorso parte da Comacchio (nuovo Museo Delta Antico), attraversa l’area della bonifica di Valle Pega, dove nel corso dei lavori di prosciugamento negli anni ‘50 venne ritrovata la necropoli meridionale, lambisce Valle Lepri, zona in cui era localizzato il centro abitato etrusco di Spina, ancora oggetto di scavi, per attraversare poi la Valle bonificata del Mezzano e raggiungere Ostellato. Da qui, lungo una ciclabile ben segnalata istituita dalla amministrazione provinciale, si arriva a Ferrara (Museo Archeologico Nazionale, che contiene i ritrovamenti di Spina).

Si lascia Ferrara uscendo dalle mura della città verso sud e costeggiando l’antico alveo del Po di Primaro in direzione Argenta, lungo un’altra ciclabile tracciata dalla Provincia, per poi abbandonarla ed attraversare il Fiume Reno nei pressi della località Passo Segni. Per strade secondarie, toccando Baricella e S. Martino in Soverzano, si raggiungere Villanova di Castenaso, luogo dei primi ritrovamenti archeologici risalenti alla Civiltà Villanoviana, a cui ha dato il nome (MUV, Museo Villanoviano). Da Villanova si raggiunge la Piazza Maggiore di Bologna seguendo la rete dei percorsi ciclabili urbani (Museo Civico Archeologico).

Da Bologna si prende la ciclabile che segue il corso dell’antico Canale di Reno, si raggiunge il Parco della Chiusa a Casalecchio. Si procede verso sud su percorso ciclo-pedonale, prevalentemente sterrato, costeggiando il Fiume Reno; attraversato il cortile del quattrocentesco Palazzo Rossi, si arriva a Sasso Marconi. Ancora verso sud lungo il Reno, alternandosi tra la sponda destra e la sinistra del fiume, si giunge a Marzabotto (Museo Nazionale Etrusco e area archeologica della città di Kainua).

 

LE TAPPE IN DETTAGLIO

1a tappa – Comacchio-Ferrara

2a tappa – Ferrara-Bologna

3a tappa – Bologna-Marzabotto

 

 

 

 

Ciclocai -  Club Alpino Italiano - C.A.I Sezione di Bologna "Mario Fantin"

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