SULLE TRACCE DEGLI ETRUSCHI - 3a PARTE - DA ARTIMINO A POPULONIA
La terza parte della Ciclovia è mediamente impegnativa: il percorso dal Montalbano attraversa l’Empolese, la Val d’Elsa, inseguendo le tracce etrusche verso Volterra, e si inoltra nelle colline Metallifere, territorio selvaggio caratterizzato dalla ridottissima presenza antropica, per terminare poi sul mar Tirreno nel Parco Archeologico di Baratti e Populonia.
La lunghezza e l’impegno fisico necessario (200 km per oltre 4000 metri di dislivello in salita complessivi, con un 60-70% di sterrato) richiedono almeno quattro giornate (meglio ancora se si ha la disponibilità di 5 giorni), tenendo anche conto del tempo che è indispensabile dedicare a due gioielli della civiltà Etrusca, quali appunto Volterra e l’area di Baratti-Populonia.
Da Artimino si scende il versante sud del Montalbano, dapprima lungo un antico percorso, ora sentiero CAI 300 - Itinerario delle Abbazie, poi toccando l’insediamento etrusco di Montereggi (comune di Capraia e Limite), legato all’esistenza di un importante porto fluviale sull’Arno, fiume che si costeggia per alcuni chilometri fino ad oltrepassare Empoli ed immettersi nella via Francigena per la salita a San Miniato Alto.
La Francigena, ben tracciata e segnalata, permette di raggiungere Gambassi Terme e spingersi fino alla Pieve di Cellole (toponimo di origine etrusca: “cela”, piccolo luogo sacro), già in prossimità di San Gimignano. Da qui, attraverso la Riserva naturale di Castelvecchio (sommerse dalla foresta sono le rovine di Castelvecchio, importante roccaforte medioevale, ma luogo probabilmente abitato già in epoca etrusca, dove forse era situata una rupe sacra) e il Monte Voltraio si raggiunge Volterra, una delle dodici città-stato che costituivano in Etruria una potente alleanza di carattere economico, religioso e militare: la Lega Etrusca.
Si procede poi verso sud, scendendo in Val di Cecina e affrontando la ripida salita che porta ai borghi di Libbiano (o Micciano), castelli di origine romana, ingresso nella Riserva naturale della Foresta di Monterufoli-Caselli, la zona wilderness più vasta e importante della Toscana, per l’ottimo stato di conservazione dei luoghi e la presenza di biodiversità.
Entrati in Val di Cornia al valico di Canneto, accompagnati dalla visione dei fumi dei soffioni boraciferi della zona di Larderello, e percorse le carrarecce del Parco Forestale di Poggio Neri, si attraversa il bel borgo medioevale di Suvereto, si fiancheggia il “Calidario” delle Terme di Venturina e si scende verso il Tirreno, raggiungendo il Golfo di Baratti e il promontorio di Populonia, meta finale.
LE TAPPE IN DETTAGLIO
7a tappa – Artimino-Gambassi
8a tappa – Gambassi-Volterra
9a tappa – Volterra-Villetta di Monterufoli (Canneto)
10a tappa – Villetta di Monterufoli (Canneto)-Populonia