6a tappa – Prato-Artimino
Dal centro di Prato (Cattedrale di Santo Stefano, Castello dell’Imperatore) ci si porta in piazza S. Marco, dove si imbocca la ciclabile a lato del Parcheggio di via Arcivescovo Martini per raggiungere la riva del Bisenzio e girare a sinistra sulla pista ciclabile “Gino Bartali”. Si risale il percorso sterrato sulla sponda sinistra del fiume, passando sotto alcuni ponti, fino a raggiungere la via Guado a Santa Lucia e i Giardini Guado, poco prima della chiusa del Cavalciotto.
Si attraversano i Giardini per prendere via Renato Fucini, svoltare a sinistra in via Giuseppe Giusti, poi subito a destra in via della Cooperazione e ancora a sinistra in via Bologna. Si procede per 500 metri su via Bologna fino ad incontrare a destra via Angiolo Badiani ed imboccare (attraversamento ciclo-pedonale) la ciclabile che corre sulla sinistra di questa strada. Alla successiva rotonda si prosegue sempre sulla stessa ciclabile, che ora corre sul lato sinistro di via Fratelli Cervi (pista ciclabile Ruggero Balli). Si attraversa un’altra rotonda proseguendo sulla stessa pista ciclabile, sempre a lato di via Cervi, poi una terza rotonda, in cui la ciclabile si porta sul lato opposto di via Cervi (seguire sempre gli appositi attraversamenti ciclo-pedonali).
Poco oltre, la ciclabile Ruggero Balli svolta per affiancare via S. Martino per Galceti, girare a destra su via Marie Curie, fino a lasciare il lato strada per attraversare i giardini di una zona residenziale ed incrociare di nuovo via S. Martino per Galceti. Si volta a sinistra e si imbocca la ciclo-pedonale che fiancheggia un canale (Torrente Bardena) fino a raggiungere il ponte di via Montalese, che si supera con le apposite rampe e passerelle, per portarsi sulla sponda opposta dello stesso canale in via di Dogaia e girare poi a sinistra in via Montagnola.
Si procede diritti per via Montagnola, si supera l’incrocio con via del Guado a Narnali e si prosegue sempre diritti sulla pista ciclabile Alfredo Binda, fino all’incrocio con via Pistoiese, dove la ciclabile gira a destra poi, poco oltre, a sinistra su via Doberdò e via di Mezzo per Iolo.
Poco dopo un sottopasso ferroviario, ad un incrocio, la ciclabile Alfredo Binda gira a sinistra, per tornare sulle sponde del torrente Bardolo e proseguire a fianco del torrente stesso. Si procede sempre sulla pista ciclabile Alfredo Binda sull’argine destro per circa 2,3 km, sottopassando o superando diversi ponti ed incroci stradali, fino ad incontrare via Borgo di Casale. Qui la ciclabile attraversa il torrente su una passerella riservata e si porta sulla sponda sinistra.
Si segue ancora la pista Alfredo Binda per circa 1,3 km, sottopassando l’Autostrada Firenze-Mare, fino ad incontrare via XX Settembre; qui si lascia la pista Alfredo Binda (che prosegue in sinistra idraulica) e ci si porta sulla sponda destra del torrente per imboccare via Argine del Fosso. Dopo circa un chilometro, si svolta a destra su via Mozza per l’Ombrone, raggiungendo in breve l’argine del torrente Ombrone. Si lascia la strada asfaltata che costeggia l’argine verso sinistra e si prende, invece, il sentiero sterrato che sale sull’argine a destra, seguendolo fino ad incontrare la via di Mezzo, dove si svolta a sinistra per attraversare il ponte sull’Ombrone ed entrare nella frazione di Caserana. All’incrocio con Strada della Viaccia si svolta a sinistra, entrando nell’Area naturale protetta La Querciola.
Procedendo sui sentieri sterrati all’interno dell’Area protetta, si raggiunge Casa di Zela, piccolo museo della civiltà contadina ed ostello. Ancora sui sentieri che costeggiano laghetti e zone umide, con un percorso ad anello attorno all’oasi naturalistica si raggiunge via Querciola, che si segue fino a incontrare via Baccheretana, dove si gira a destra, poi subito a sinistra su via Molin Nuovo, che riporta alla sponda dell’Ombrone. Si prosegue sull’argine dell’Ombrone verso sud fino ad una passerella, che consente di attraversare il torrente e portarsi sulla sponda sinistra, in via Brugnani. Qui si svolta a destra e si prosegue sempre costeggiando l’argine dell’Ombrone, fino ad incrociare, dopo circa 2,5 km, il ponte di via Giulio Braga con cui si attraversa il torrente.
Si prosegue ora su strade urbane asfaltate. Alla rotonda oltre il ponte si va diritti per via Virginia, si svolta a destra per via Monticello, a sinistra su via Cegoli, poi via Aiaccia e, alla rotonda, a destra in via del Bargo, avendo a sinistra un campo sportivo; la via del Bargo diviene subito uno stretto percorso chiuso alle auto che costeggia il Bargo Mediceo (foresta venatoria medicea) e conduce in via della Petraia, dove si svolta a sinistra. Si prende subito a destra via Madonna del Violo, poi si va ancora a destra all’incrocio con via Foscolo e a sinistra all’incrocio successivo con via del Granaio. Procedendo secondo le indicazioni obbligatorie dei sensi unici, si prende a sinistra via Galilei, a destra via Rucellai e ancora a destra viale Matteotti, per tornare di nuovo su via del Granaio e svoltare a destra in via A. Moro.
Alla rotonda si prosegue diritti sempre su via A. Moro e, alla rotonda successiva, ancora diritti su via Risorgimento, poi via Lombardia. All’uscita da Poggio a Caiano, poco oltre il cartello che segnala il comune di Carmignano, si imbocca lo stradello sulla destra, a fianco di un tabernacolo, procedendo diritti su via Giordano Bruno (ignorare la strada bianca a destra per Consuma), poi a sinistra per via Tommaseo e, all’incrocio con via Calcinara, ancora a sinistra fino ad incontrare via Macia, al termine della salita. Si svolta a sinistra e, dopo pochi metri, subito a destra in via delle Corti, diritti in discesa su via delle Fonti poi ancora a destra sempre su via delle Fonti.
Al termine della strada asfaltata, si prosegue sul sentiero CAI 1-Itinerario delle Fonti, che si mantiene nella stretta vallecola a fianco del rio fino a raggiungere la S.P.44; si gira a sinistra e poi subito a destra per via Ginestre, iniziando la salita di circa 3,6 km che porta alla località Verghereto di Carmignano (Villa delle Ginestre e Oratorio di San Francesco).
Lasciato Verghereto, si sale ancora per circa 200 metri ad imboccare il sentiero a sinistra, che scende nel bosco attraversando alcuni fossi (Itinerario delle Fonti) e raggiunge, dopo circa 2,8 km, la via San Martino, asfaltata. Si svolta a sinistra su questa strada, arrivando ad incrociare la S.P.44 ad un tornante; si gira a destra risalendo ad un bivio dove si svolta a sinistra per via della Chiesa che, passando davanti alla Pieve romanica di Santa Maria e San Leonardo, poi alla Villa Medicea, raggiunge il borgo di Artimino.
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da vedere
- Prato - Area archeologica di Gonfienti
- Area naturale protetta La Querciola e Casa Zela
- Poggio a Caiano - Villa Medicea e Bargo di Bonistallo
- Verghereto di Carmignano - Villa delle Ginestre e Oratorio di San Francesco
- Villa Medicea di Artimino
- Artimino - Museo Archeologico F. Nicosia
1. Prato - Area archeologica di Gonfienti
In località Gonfienti, frazione di Prato, tra il 1996 e il 1997 sono stati trovati i resti di un'antica città etrusca, estesa per circa 17 ettari tra il fiume Bisenzio, il torrente Marinella e i monti della Calvana.
Risalente alla fine del VII° secolo a.C., la città etrusca di Gonfienti costituiva il baricentro dell'importante via di comunicazione tra l'Etruria centrale e l'Etruria padana . Abbandonata intorno alla fine del V° secolo a.C. per ragioni ancora ignote, viene riconosciuta come una delle principali città etrusche dell'epoca arcaica, come testimonia l'importanza dei reperti emersi dagli scavi. La città, anche se intuibile solo parzialmente per l’urbanizzazione successiva della sua area, era quasi certamente collegata commercialmente a Kainua-Marzabotto, al fine di favorire gli scambi attraverso l'Appennino, lungo la direttrice che collegava le città di Spina e Pisa.
L’area archeologica della città etrusca arcaica di Gonfienti è destinata a diventare nel prossimo futuro un parco archeologico, la cui gestione dovrebbe prendere ufficialmente il via nell’anno 2020.
2. Area naturale protetta La Querciola e Casa Zela
La Querciola è un'Area Naturale Protettaè un'Area Naturale Protetta di Interesse Locale (ANPIL) istituita nel 1997, il cui ente gestore è il Comune di Quarrata (PT). Si tratta di una zona umida che, pur collocata al centro dell'area metropolitana di Firenze - Prato - Pistoia, ha mantenuto un carattere rurale quasi fuori dal tempo, malgrado l'alta urbanizzazione circostante. Al suo interno, tra i grandi prati e il reticolo dei canali con cui l'uomo ha modellato nei secoli il territorio, si trovano anche ampi specchi d'acqua. Convivono, quindi, due tipologie di ambienti, quello palustre e quello rurale; entrambi costituiscono l'habitat ideale per una nutrita avifauna, composta sia da uccelli migratori sia da specie stanziali.Nell’Area Naturale Protetta si trova la Casa di Zela, edificio rurale il cui nucleo più antico è ritenuto una casa torre eretta per scopi difensivi e ridotta a "case da lavoratori" nel XVI secolo, con il diffondersi della mezzadria. Ristrutturata di recente e arredata con mobili ed utensili d'epoca, l’edificio è divenuto centro di documentazione del territorio circostante ed, in particolare, della civiltà contadina e delle sue trasformazioni. Casa Zela ospita, al piano mansardato, una dozzina di posti letto e, al piano terra, una sala convegni, finalizzati alla promozione turistica e alla didattica.
3. Poggio a Caiano - Villa Medicea e Bargo di Bonistallo
A Poggio a Caiano, comune della provincia di Prato, si trova la Villa Medicea detta anche "Ambra". Si tratta di una delle più belle e famose ville medicee, commissionata da Lorenzo il Magnifico a Giuliano da Sangallo verso il 1480. Oggi è di proprietà statale ed ospita il Museo degli appartamenti storici (piano terra e primo piano) ed il Museo della Natura Morta (secondo piano). Di grande interesse sono anche i giardini che circondano la Villa, risistemati nella prima metà dell'Ottocento.Nei pressi della Villa vi è il Bargo mediceo di Bonistallo, un piccolo bosco che occupa una parte del colle omonimo, sulla cui sommità di trovano le antiche chiese di San Francesco a di Santa Maria Assunta. Nei secoli XVI-XIX era utilizzato per le attività venatorie dei granduchi e della corte, quando risiedevano nella Villa di Poggio a Caiano. Attualmente è un parco pubblico.
4. Verghereto di Carmignano - Villa delle Ginestre e Oratorio di San Francesco
In località Verghereto, frazione del Comune di Carmignano, su un poggio panoramico si trova la storica Villa delle Ginestre, appartenuta ai Medici fino all’estinzione della famiglia, poi ai Lorena. Con l’avvento del Regno d’Italia la proprietà passò alla Casa Savoia, che la mise all’asta per far fronte alle molte spese dovute alla creazione del nuovo Stato. La villa, oggi privata, è di epoca rinascimentale, a pianta rettangolare; la facciata è stata restaurata nell’800.Accanto alla villa sorge l’Oratorio di San Francesco, costruito nel ’300 e rimaneggiato nel XVII-XVIII secolo; inoltre, si trovano alcuni edifici rurali di antica origine, facenti parte del complesso della villa-fattoria.
5. Villa Medicea di Artimino
Artimino è un borgo medievale murato posto in cima a un colle del Montalbano, conosciuto per le numerose testimonianze archeologiche, storiche e artistiche, ma soprattutto per la presenza di una delle più importanti ville medicee che punteggiano la Toscana: la Villa di Artimino, detta anche La Ferdinanda, perché costruita per volontà del Granduca Ferdinando I de' Medici tra il 1596 e il1600.
Da ricordare, poco fuori dalle mura del borgo, anche la romanica Pieve di Santa Maria e di San Leonardo, risalente al X-XI secolo.
6. Artimino - Museo Archeologico F. Nicosia
Si ha notizia di rinvenimenti etruschi nella zona fin dal XVIII secolo, ma è a partire dagli anni '60 del secolo scorso che sono state recuperate testimonianze archeologiche, tra le quali l'area sacra e la necropoli di Prato Rosello, con tombe piuttosto ben conservate e corredi di pregio, che confermano la presenza ad Artimino di un insediamento etrusco piuttosto importante. Il centro urbano doveva essere punto di riferimento di un’ampia area, comprendente le località di Comeana, Montereggi e Pietramarina.
I ritrovamenti sono custoditi nel, Museo archeologico comunale F. Nicosia, allestito all’interno del borgo, nelle antiche stalle granducali a ridosso delle mura, dedicato all’archeologo che portò alla luce i maggiori reperti.
Il Museo accoglie corredi funebri orientalizzanti provenienti da Prato Rosello e dal tumulo di Montefortini a Comeana, fra i quali risaltano una coppa di vetro turchese, placchette e figurine in avorio, oggetti di bucchero di raffinata fattura. Il piano superiore è dedicato al popolamento dell’area, con testimonianze della vita quotidiana: il “Mondo dei vivi”; quello inferiore illustra la dimensione suggestiva delle necropoli: il “Mondo dei morti”.