4a tappa - Marzabotto-Lago Brasimone
Dalla stazione di Marzabotto si sottopassa la ferrovia raggiungendo il centro sportivo comunale da dove, a fianco di un laghetto, ci si immette sulla destra nella ciclabile con fondo in ghiaia che risale lungo la sponda sinistra del Reno (in caso di visita guidata al Museo Etrusco P. Aria, è possibile raggiungere la stessa ciclabile scendendo a piedi dal sentiero che la collega direttamente all’area archeologica di Kainua, concordando l’apertura del cancelletto nella recinzione con le guide del Museo).
Si passa sul ponticello metallico del torrente Venola e si raggiunge il ponte della strada asfaltata di Sperticano; superato il fiume Reno, si svolta a destra in via S. Martino e si sale per circa 4,5 km fino al centro visite e punto ristoro del Parco storico regionale di Monte Sole, in località il Poggiolo. Giunti ad un incrocio sul crinale, si prende la prima a destra (sempre via S. Martino) entrando nell’area del Memoriale dell’eccidio di Marzabotto. Si raggiunge un piccolo cimitero a destra e, a sinistra, la zona con i ruderi della chiesa di San Martino ed il monumento a ricordo dei Martiri di Monte Sole del 1944.
Proseguendo su strada sterrata e lasciando sulla sinistra prima il Camping naturista di Cà le Scope, poi l’agriturismo Monte Termine, si incontra una strada asfaltata, dove si svolta a sinistra in salita (direzione “Itinerario Turistico” per i Borghi di Grizzana Morandi, Veggio e altri). Un centinaio di metri più avanti, si imbocca a destra il sentiero CAI 100 che sale al Monte Salvaro (m 826 s.l.m.). Il sentiero è pedalabile solo per 150-200 metri, poi la pendenza eccessiva costringe a salire fino alla vetta con la bici a mano (tempo circa 40 minuti).
Raggiunto il crinale, si prosegue sempre sul sentiero CAI 100 con una bellissima discesa nel bosco di circa 4,00 km, fino ad incontrare sulla destra una strada privata pavimentata in cemento, chiusa da una sbarra, che torna indietro formando un angolo di quasi 360° rispetto alla nostra direzione. Immediatamente a sinistra della strada privata, il sentiero CAI 100 prosegue sterrato e, dopo aver attraversato un piccolo fosso, risale il versante opposto.
ALTERNATIVA 01
Per chi vuole evitare la faticosa risalita a piedi del Monte Salvaro, è possibile proseguire sulla strada asfaltata dell’Itinerario Turistico dei Borghi, tralasciando il bivio del sentiero CAI 100. Al successivo incrocio si svolta a destra sulla comunale per Grizzana Morandi e si prosegue diritti, oltrepassando la deviazione per Veggio, fino ad incontrare a destra uno stradello mal pavimentato (segnaletica con l’indicazione “Fosso”) che sale a congiungersi col sentiero CAI 100. Lo si prende in direzione Serra di Veggio ed in breve si raggiunge l’incrocio tra il sentiero CAI 100 e la strada privata munita di sbarra, immettendosi nel percorso sterrato a sinistra già descritto.
Si arriva così dopo 600-700 metri in vista del paese di Grizzana Morandi, verso cui si può scendere con un “single track” nel prato proprio di fronte ai Fienili del Campiaro, a lato di Casa Morandi, oppure (in caso di erba alta) proseguendo sul sentiero 100 fino ad immettersi in via Casa Magnani e girare a destra.
Si esce da Grizzana Morandi sulla S.P. 73 in direzione Camugnano, proseguendo sulla strada asfaltata; attraversata la frazione di Stanco e superato il bivio per “Carbona”, dopo circa 4,7 km da Grizzana si incontra di nuovo sulla destra il sentiero sterrato CAI 100, con il quale si sale verso la località Collina. Giunti nella frazione si incrocia di nuovo la S.P. 73, sulla quale si svolta a sinistra, poi immediatamente a destra, per riprendere in salita il sentiero CAI 100 in direzione Montòvolo.
Si segue sempre il sentiero CAI 100 che supera un colle e ridiscende ad incontrare ancora la S.P.73; poco più di un centinaio di metri dopo l’immissione nella provinciale 73, la si abbandona girando a sinistra sulla strada bianca per Boscaldo (ancora indicata come sentiero CAI 100). Al successivo incrocio si lascia a destra il sentiero CAI 100 (ora via Montòvolo) per imboccare la sterrata immediatamente a sinistra di questo che, passando sotto la scarpata rocciosa del Monte Vigese, raggiunge la strada asfaltata di Burzanella, sulla quale si svolta a destra, seguendola fino ad immettersi sulla S.P. 72 e prenderla in direzione Camugnano.
In breve si raggiunge la Cappella Frascari; si procede ancora oltre sulla S.P. 72 per circa 2,0 km fino a svoltare a sinistra sulla S.P. 39 in direzione Traserra. Percorsi circa 700 metri su questa provinciale, si imbocca a destra il sentiero CAI 39 che si segue, prima in ripida salita, poi in discesa, poi di nuovo in salita, fino ad incrociare la S.P. 62 in prossimità di Serra del Zanchetto (m. 880 s.l.m.).
Svoltando a sinistra, ci si immette sulla S.P. 62 per seguirla per poco più di 3,0 km fino a raggiungere il Lago del Brasimone.
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da vedere
- Kainua (Marzabotto)
- Parco regionale di Monte Sole
- Grizzana Morandi - Casa Morandi e i Fienili del Campiaro
- Montòvolo
- Lago del Brasimone
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1. Kainua (Marzabotto)
L’esistenza di un insediamento etrusco sul Pian di Misano, terrazzo spondale pianeggiante sulla destra del Fiume Reno, venne confermata dai ritrovamenti effettuati nell’Ottocento, durante alcuni lavori di sistemazione dei terreni di proprietà dei conti Aria. Dal luogo del ritrovamento, alla città venne dato il nome di Misa, oggi identificata correttamente con l’antica Kainua, abitato fondato alla fine del VI sec. a.C.
L’odierno Museo Nazionale Etrusco di Marzabotto, riaperto negli anni ’70 e intitolato alla memoria del Conte Pompeo Aria, che sulle orme del padre Giuseppe organizzò il primo nucleo della collezione, sorge a fianco dell’ampia area archeologica interamente di proprietà dello stato. E più della raccolta custodita nel Museo, purtroppo in parte perduta durante le dolorose vicende belliche del 1944, è proprio la consistenza dei resti strutturali dell’antico insediamento, pur privi di alzato, a fare di Marzabotto un caso unico nel panorama dei centri abitati etruschi.
Infatti, a differenza di altre città (come ad esempio l’antica Felsina, che dall’antichità ad oggi è stata popolata senza soluzione di continuità) l’abbandono di questo sito da parte dei suoi abitanti, avvenuto in epoca remota, ha garantito la conservazione dell’impianto urbano nel suo disegno originale, così che ancora oggi possiamo percorrere le antiche strade lungo le quali si snodano abitazioni, aree artigianali, edifici sacri e, immediatamente fuori dalle mura, le necropoli.
2. Parco regionale di Monte Sole
Il Parco Storico regionale di Monte Sole copre un'area di circa 6.300 ettari nel territorio di Marzabotto, Monzuno e Grizzana Morandi, lungo la dorsale che divide le valli del fiume Reno e del torrente Setta, arrivando ad un’altitudine massima di 826 metri sul livello del mare.
Il Parco, oltre che per la ricchezza faunistica e i pregi naturalistici (si calcola che sia presente un terzo della diversità floristica dell’Emilia Romagna), si caratterizza per la valenza storica conseguente ai tragici eventi del settembre-ottobre 1944. Proprio in quest’area, infatti, si consumò l'eccidio pianificato con ferocia dalle forze nazifasciste di 770 persone inermi, in gran parte donne e bambini, una delle pagine più tragiche della seconda guerra mondiale e della storia nazionale. All'interno del parco si snoda il Percorso del Memoriale, che tocca i luoghi simbolo dell’eccidio e la vetta del Monte Sole, con le tracce delle vecchie trincee e postazioni militari ripristinate.
3. Grizzana Morandi - Casa Morandi e i Fienili del Campiaro
Grizzana Morandi, comune della città metropolitana di Bologna, originariamente denominato solo Grizzana nel 1985 ha modificato il toponimo aggiungendovi il cognome del pittore Giorgio Morandi, che a lungo vi soggiornò.
La Casa Morandi, costruita dal pittore alla fine degli anni ’50, è stata donata al Comune con lascito testamentario dalla sorella Maria Teresa, a condizione che venisse mantenuta nello stato in cui si trovava e che fosse resa disponibile ai visitatori. La casa a due piani è posta di fronte a casa Veggetti, dove la famiglia Morandi era stata ospitata a partire dal 1913, e sorge nel punto da dove l’artista amava riprendere il paesaggio grizzanese, in particolare i Fienili del Campiaro, Casa Veggetti e Villa Tonelli, ma anche le Case della Sete e Lilame, con lo sfondo dei monti di Veggi
4. Montòvolo
Montòvolo, cima dell'Appennino bolognese di 962 m s.l.m., è ricompreso con il vicino Monte Vigese nel Parco Provinciale di Montòvolo, istituito nel 1972. La zona è interessante, oltre che per l’aspetto ambientale, anche per quello storico-artistico. Sulla sommità sono presenti, infatti, il Santuario della Beata Vergine della Consolazione e l’Oratorio di Santa Caterina d'Alessandria e si ritiene che Montòvolo sia stato monte sacro sin dall’antichità, probabilmente via di transito anche in epoca etrusca.
L’odierno Santuario della Consolazione risale al XIII secolo, quando venne ricostruito sulle macerie di una chiesa donata nel 1054 dal vescovo Adalfredo ai canonici di San Pietro di Bologna, distrutta nel 1240 dai ghibellini che parteggiavano per Federico II di Svevia. L’Oratorio di Santa Caterina risale probabilmente anch'esso al XIII secolo e conserva degli affreschi quattrocenteschi realizzati da pittori toscani.
5. Lago del Brasimone
Il Lago del Brasimone (noto anche col nome di bacino delle Scalere) è il più antico dei quattro bacini artificiali costruiti dalle Ferrovie dello Stato per l'alimentazione della linea ferroviaria Bologna-Pistoia. Completato nel 1911, l’invaso ricade interamente all'interno del territorio comunale di Camugnano e del Parco regionale dei Laghi di Suviana e Brasimone, che si estende nel settore centrale della montagna bolognese intorno ai due ampi bacini idroelettrici.
Oggi la sua funzione principale è quella di produrre energia grazie alla gestione dell'Enel di continui scambi di notevoli masse d'acqua con il confinante bacino di Suviana.