7a tappa – Artimino-Gambassi
Si esce da Artimino scendendo lungo via della Chiesa fino ad incontrare la SP44 e si gira verso destra. Al secondo tornante si svolta a sinistra per via S. Martino, risalendola fino all’Abbazia di San Martino in Campo.
Si prosegue diritti sul sentiero sterrato indicato come CAI 1 e 300 sul crinale del Montalbano (Itinerario delle Abbazie, probabilmente antica via di collegamento con la Francigena; S. Martino in Campo era infatti anche un ospitale per i pellegrini) ignorando i vari incroci, passando a fianco di un centro ippico fino ad incrociare la via comunale asfaltata “Castra”.
Si scende a sinistra su asfalto per circa 2 km fino a superare l’abitato di Castra e si gira ancora a sinistra per la strada sterrata che entra nell’agriturismo “Fattoria Castellina”, proseguendo sempre diritti in discesa oltre gli edifici della fattoria (Itinerario delle Pievi - sentiero CAI 4).
Si raggiunge il “Parco archeologico di Montereggi”, insediamento etrusco scoperto negli anni ‘80, legato alla presenza del sottostante porto fluviale sull’Arno (per visitarlo breve deviazione a sinistra; i reperti sono raccolti nel Museo Archeologico di Montelupo Fiorentino, per la cui visita è necessaria un deviazione dal tracciato di circa 4 km da Limite).
Si scende ancora lungo via Poggiarello verso il paese di Limite sull’Arno (l’antico porto fluviale etrusco), fino all’incrocio con via Gramsci (SP Limitese), che si attraversa per immettersi sulla ciclopedonale a fronte (sentiero CAI 2), che porta sulla riva destra dell’Arno.
Si percorre il sentiero ciclo-pedonale sull’argine fino ad incontrare il parcheggio auto di via Matteotti. Tenendosi sempre verso fiume, si prosegue fino ad incrociare piazza Vittorio Veneto.
A fronte del passaggio pedonale di via Dante Alighieri, si sale per via Che Guevara e si svolta a sinistra in via Polverosi. Al termine si gira a destra per via Larini (breve salita molto ripida) e, in cima alla salita, si svolta a sinistra seguendo la strada sterrata di crinale che, costeggiando in quota il fiume Arno, porta a Spicchio, frazione del Comune di Vinci, ma ormai di fronte alla città di Empoli.
Si seguono le direzioni obbligatorie dei sensi unici lungo via Vallemaggiore - Limitese - della Chiesa - del Palazzo - Lungarno Gramsci, fino alla rotonda che immette al ponte sull’Arno (ponte di via Togliatti, piste ciclabili) col quale si entra ad Empoli.
Oltre il ponte si gira a destra per via Dante e si prende il sentiero ciclo-pedonale sull’argine demaniale sinistro seguendolo per circa 2,3 km, oltrepassando l’ospedale e l’incrocio col ponte della SP 128 (attenzione al traffico) fino a via del Pozzo di Avane, dove si gira a sinistra lasciando la sponda del fiume.
Si segue via del Pozzo di Avane (attenzione, breve tratto a senso unico) fino ad attraversare l’incrocio con via della Motta, proseguendo ancora diritti su via del Borghetto. Per strade secondarie prive di traffico, parte asfaltate parte sterrate, si attraversa la pianura dell’Arno tra Empoli e San Miniato Basso (via del Fondaccio, del Ponterotto, del Castelluccio dei Falaschi, del Piano di Marcignana).
Attraversata la frazione di Isola si prosegue per via Rofia e via San Michele, fino ad una strada campestre che porta al sottopassaggio della ferrovia e della superstrada FI-PI-LI. Oltre il sottopasso si gira a destra per via Palagetto, poi a sinistra per via Erti, fino ad incrociare la SS 67 Tosco-romagnola.
Si attraversa la statale (attenzione, molto trafficata) per immettersi nella ciclabile sul lato opposto che si segue verso destra in direzione San Miniato Basso. All’incrocio con via Fontevivo si gira a sinistra, poi subito a destra per via Berlinguer ed, infine, ancora a sinistra per via Pozzo, da dove ci si immette sul tracciato della Francigena, che si segue per salire a San Miniato Alto (un tratto di sentiero è delimitato da cancelli in legno).
A San Miniato, da Piazza Buonopane lungo via Maioli si raggiunge Piazza XX Settembre e si prosegue diritti su via Ferrucci uscendo dal paese. Da qui la Francigena ciclabile prosegue su asfalto per circa 5,5 km, lungo via Calenzano, poi via Castelfiorentino, fino ad una evidente svolta a destra ben segnalata (punto sosta, tavolo e panchine, cartelli segnaletici e mappa).
Si prosegue lungo la Francigena su bel percorso di crinale sterrato (fondo parte in ghiaia, parte in terra), passando dal Castello di Coiano e dall’incrocio con la SP 46 (breve tratto di percorso molto stretto, delimitato da guardrail). Giunti alla SP 4 Volterrana presso l'Azienda agricola Pillo, si sale a destra su asfalto verso Gambassi Terme, incontrando circa 1 km prima del paese la Pieve di S. Maria a Chianni (ostello, trattoria).
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da vedere
- Artimino e il Montalbano
- Abbazia di San Martino in Campo
- Parco Archeologico di Montereggi (Capraia e Limite)
- Museo Archeologico di Montelupo Fiorentino
- San Miniato
- Castello e Pieve di Coiano
- Gambassi Terme - Pieve di Santa Maria Assunta a Chianni
1. Artimino e il Montalbano
Il Montalbano, o Monte Albano, è una catena montuosa che si estende tra le province di Pistoia, Prato e Firenze, che nella sua parte meridionale è stato interessato dalla presenza umana fino dal Paleolitico, anche se le tracce rimaste sono piuttosto scarse. L’area vicina alla Gonfolina (strettoia del fiume Arno), infatti, ha probabilmente rappresentato in varie epoche un punto privilegiato di guado, perché naturale confluenza di percorsi collinari sulle due sponde.
La presenza di un notevole insediamento etrusco, uno dei pochi a nord dell'Arno, testimoniata dai ritrovamenti archeologici dell'area sacra e della necropoli di Prato Rosello, dimostra l'importanza della zona di Artimino per i rapporti nord-sud, tra Toscana centrale e Toscana sub-appenninica, forse ad un livello non soltanto locale. Questo centro urbano doveva essere il punto di riferimento di un’area più vasta, considerati i ritrovamenti di Comeana (Tombe di Boschetti e Tumulo di Montefortini), di Montereggi (resti di insediamento etrusco presso Limite sull'Arno) e Pietramarina (santuario extraurbano e mura di fortificazione sulla vetta del Montalbano).
Il borgo medievale murato di Artimino, collocato sulla cima di un colle, è conosciuto, oltre che per i ritrovamenti etruschi raccolti ora nel Museo Archeologico comunale F. Nicosia, soprattutto per la presenza di una importante villa medicea, la Villa di Artimino o Ferdinandea.
2. Abbazia di San Martino in Campo
Poco distante dal crinale del Montalbano in prossimità del borgo di Artimino, si trova l'Abbazia di San Martino in Campo, eretta come luogo di preghiera e insieme di ospitalità là dove passava un tempo un’importante via di comunicazione etrusca e romana, utilizzata poi nel medio evo dai pellegrini provenienti dalla Francigena.
3. Parco archeologico di Montereggi - Capraia e Limite
Capraia e Limite è un comune della città metropolitana di Firenze, il cui nome deriva dall'unione dei due centri abitati di Capraia Fiorentina e Limite sull'Arno. Sul colle di Montereggi, a pochi chilometri da Limite, a partire dal 1982 varie campagne di scavo hanno identificato un insediamento etrusco, probabilmente legato a strutture portuali, come testimonia la grande quantità di anfore di importazione ritrovate nel sito.
L'abitato di Montereggi fu probabilmente uno scalo destinato agli scambi posto sull'antica via fluviale dell'Arno, dal quale si poteva, per la sua posizione strategica alle pendici del Montalbano, proseguire per via di terra in direzione di Prato. Oggi il Colle di Montereggi è un'area verde attrezzata. Il Parco archeologico di Montereggi è visitabile liberamente e il materiale rinvenuto è esposto al Museo Archeologico di Montelupo Fiorentino.
4. Montelupo Fiorentino - Museo Archeologico
Montelupo Fiorentino è un comune della città metropolitana di Firenze, celebre per la produzione di ceramiche e vetro.
Le numerose stazioni preistoriche che sono state individuate negli ultimi venti anni nel territorio comunale dimostrano la frequentazione dell'area senza soluzione di continuità fino dal Paleolitico.
Si ha testimonianza dell’età classica dalle varie sepolture etrusche recentemente emerse nel centro storico e con la scoperta di una Villa romana di età repubblicana. Il luogo era noto come Mansio ad Arnum, come risulta anche dalla Tabula Peutingeriana, ed è probabile che nella zona ci fosse un ponte che, in età romana, permetteva il superamento del fiume Arno. I ritrovamenti degli scavi a Montereggi e Bibbiani sono raccolti nel Museo Archeologico di Montelupo Fiorentino.
5. San Miniato
San Miniato è un comune della provincia di Pisa. Il centro storico della cittadina sorge in posizione strategica su un colle lungo l'Arno a metà strada tra Firenze e Pisa, ragione per cui la città è stata scena di molteplici scontri fra i due odierni capoluoghi, fino alla definitiva conquista fiorentina. E’ un importante centro economico e industriale della zona del cuoio, ed è famoso per i suoi tartufi bianchi.
Il nucleo originario della città risale all'VIII secolo: un gruppo di longobardi, secondo un documento originale datato 713 e conservato nell'Archivio Arcivescovile a Lucca, si stabilì su questo colle ed edificò una chiesa dedicata al martire Miniato. Federico II di Svevia eresse nella città la rocca e vi fece risiedere il suo vicario per la Toscana. Per questa origine germanica la città fu chiamata per tutto il medioevo come “San Miniato al Tedesco”, nome che è rimasto in uso anche nei secoli successivi.
6. Castello e Pieve di Coiano
Il Castello di Coiano (anticamente Cojano), in Comune di Castelfiorentino, era posto nel medioevo su una delle direttrici della via Francigena che Sigerico, arcivescovo di Canterbury, percorse tra il 990 e il 994. In particolare, la pieve dei Santi Pietro e Paolo a Coiano è citata dallo stesso Sigerico nella XXI tappa (Mansio) del suo itinerario di ritorno da Roma verso l’Inghilterra; la località fu da lui definita Sce Peter Currant.
7. Gambassi Terme - Pieve di Santa Maria Assunta a Chianni
La Pieve di Santa Maria Assunta a Chianni si trova poco distante dal centro storico di Gambassi Terme ed è ricordata dall’Arcivescovo Sigerico di Canterbury come ventesima tappa del suo percorso lungo la Via Francigena, alla fine del X secolo; ancora oggi svolge le funzioni di ostello. La Pieve rappresenta uno dei più importanti esempi di architettura tardo romanica in Toscana e conserva ancora l’aspetto che le venne conferito dall’ampliamento del XII-XIII secolo.